Appunti sui vulcani
In questo breve post raccolgo una serie di video che ho ripreso con lo smartphone seguendo vari documentari in tv. Ho elaborato e pubblicato ogni spezzone sul mio canale Youtube e qui cerco di dare loro un ordine per costruire un breve "focus" sui fenomeni vulcanici - a mero scopo introduttivo.
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| Anak Krakatoa, Indonesia |
Un vulcano è una struttura geologica molto complessa che si origina per la risalita del magma attraverso la crosta terrestre. Il magma può fuoriuscire sulla superficie attraverso una spaccatura dando origine a un'eruzione vulcanica.
La dinamica di un'eruzione dipende da molti fattori, il più importante dei quali è la composizione del magma:
- un magma povero di silice e di gas è fluido e dà origine ad eruzioni effusive;
- un magma ricco di silice e di gas è viscoso e dà origine a eruzioni esplosive.
A secondo della forma della spaccatura, si distinguono:
- eruzioni lineari, come le dorsali oceaniche e alcuni vulcani islandesi. Sono molto spesso eruzioni effusive;
- eruzioni centrali, nelle quali il magma fuoriesce da uno o più crateri che si trovano sulla sommità o sulla parete di un cono vulcanico, formato dal progressivo accumulo dei materiali (lave) che solidificano e si stratificano di eruzione in eruzione (strato-vulcani).
Vulcani centrali esplosivi si concentrano sui margini di placca, soprattutto in prossimità delle zone di subduzione.
A seconda della granulometria dei materiali emessi (ceneri, lapilli, bombe), dell'altezza della colonna eruttiva, della durata dell'evento e di altri fenomeni (colate piroclastiche, lahar), le eruzioni esplosive si distinguono attribuendo un indice di esplosività vulcanica (VEI) su una scala empirica da 0 a 7.
Classificazioni precedenti, dovute a Giuseppe Mercalli e ad Alfred Lacroix, individuavano le tipologie di eruzioni assumendo come modello alcuni vulcani-tipo, in una scala di esplosività crescente, definita dagli aggettivi "stromboliana", "vulcaniana", "pliniana", "peleana", usati per descrivere ciascun evento eruttivo. Tuttavia ci sono vulcani che presentano ad ogni eruzione tipi di attività diverse, come ad esempio l'Etna, che non si prestano quindi ad essere definiti con un solo aggettivo.
Eruzione stromboliana: deriva da Stromboli, vulcano delle Isole Eolie.
Eruzione vulcaniana: deriva da Vulcano, sempre nelle Eolie, teatro di un'importante eruzione studiata da Mercalli tra il 1888 e il 1890. Eruzioni di questo tipo, con alte colonne eruttive formate da materiali che ricadono sull'edificio vulcanico o poco distante, sono descritte anche in relazione ai vulcani attivi dell'America centrale, come il Galeras, o dell'isola di Giava.
Eruzione pliniana: deve il suo nome a Plinio il Giovane, testimone oculare della distruzione di Pompei ed Ercolano, nel 79 dC, che descrisse in due lettere nelle quali narrava le circostanze della morte dello zio Plinio il Vecchio, avvicinatosi alle zone colpite per prestare soccorso e per soddisfare la sua insaziabile curiosità di naturalista.
L'eruzione si preannuncia con sismi sempre più intensi; ad un'esplosione sul cratere segue la formazione di una colonna eruttiva molto alta, che sulla sommità si allarga ad ombrello; dalla colonna cadono pomici. Quando la pressione dei gas non è in grado di sostenere la colonna, essa collassa dando origine ad una colata piroclastica che, nel suo transito, travolge esseri viventi e manufatti umani. Infine, dal cratere può fuoriuscire una lava molto viscosa che lentamente si fa strada lungo i pendii del cono vulcanico.
Eruzione peleana: deve il suo nome al vulcano La Pelee che l'8 maggio del 1902 eruttò distruggendo la città di San Pierre, nell'isola della Martinica (Piccole Antille). La nube ardente che travolse la città ebbe origine dal crollo della parete dell'edificio vulcanico, dovuta all'enorme pressione interna.
Una caldera vulcanica può originarsi come conseguenza di un'eruzione esplosiva molto intensa, quando il cono vulcanico collassa sulla camera magmatica svuotatasi per effetto dell'eruzione stessa.
Una caldera può avere un'ampiezza di diversi chilometri e al suo interno posso formarsi laghi vulcanici per il riempimento dei crateri inattivi con acqua piovana. Esempi di caldere sono:
- Santorini, formatasi dopo il collasso dell'isola di Thera, in seguito all'eruzione del 1600 aC;
- Anak Krakatau, formatasi dopo l'eruzione avvenuta nel 1883;
- i Colli Albani (Lazio) e i Campi Flegrei (Campania).
Esempi di sorgenti termali si trovano in Nuova Zelanda (sopra), in Dancalia (sotto), a Yellowstone o in altre località geologicamente attive.
In queste acque, molto calde e con valori di pH piuttosto bassi, prosperano forme di vita particolari, scoperte da Thomas Brock alla fine degli anni Sessanta e oggi note come batteri estremofili.
Gli estremofili sono oggetto di ricerca da parte di vari gruppi in tutto il mondo: i loro enzimi, resistenti ad alte temperature, interessano l'industria per eventuali applicazioni; alcuni sono capaci di estrarre selettivamente ioni metallici dai fluidi in cui prosperano; altri ancora vivono a pressioni inimmaginabili, presso le fonti geotermiche dei fondali oceanici. Tutti interessano gli studiosi per l'aspetto evolutivo. Nei brevi video presentati sopra e sotto, a parlarne è il professor Giovannelli, ordinario di microbiologia all'Università di Napoli, studioso di fama internazionale in questo campo.
- A. Bosellini, Le Scienze della Terra - seconda edizione, Zanichelli, 2020
- D. De Rita, Vulcani: i giganti di fuoco, Ed. Il Mulino, 2015
- A. Guerin, Grande atlante dei vulcani, Libreria Geografica, 2024
- E. Lupia Palmieri, M. Parotto, Scienze della Terra, Zanichelli, 2018
- E. Lupia Palmieri, M. Parotto, Il globo terrestre e la sua evoluzione, Zanichelli, 2018
- S. Mugnos, Vulcani. Così il pianeta cambia pelle, Hoepli, 2019
- L. Piccione, Il libro dei vulcani d'Islanda, Iperborea, 2019
- https://manualedelgeologo.it/






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